LA LEGGENDA DI STEVE PREFONTAINE

LA LEGGENDA DI STEVE PREFONTAINE

Non vado in pista necessariamente per vincere. Quello che mi interessa è capire, vedere chi ha più fegato in gara”, questo era il pensiero di Steve Roland Prefontaine, lo stile di vita di un ragazzo dell'Oregon che trascinava le folle facendo della corsa un arte. Campione dell'atletica che non vinse l'Olimpiade di Monaco '72, ma a ventun'anni andò in pista per provarci, e non semplicemente per fare bella figura, “perché io sono un po' scienziato, nel senso che so come funziona la mia macchina, e un po' artista, in senso positivo. Perché riesco a far sorridere la gente, a migliorarne l'animo, a creare letizia correndo”. Prima della notte di primavera del '75 in cui il campione se ne andò, come James Dean a ventiquattro anni, finendo fuori strada con la sua MG, aveva conquistato quattordici volte i primati americani dalle due miglia ai 10000m, corso nove volte i 5000m sotto i 13'30”, e abbattuto otto volte il muro dei quattro minuti nel miglio. Dal 1970 fino alla sua morte aveva vinto 82 delle 102 gare disputate in pista, su distanze dal miglio ai 10000m. Nei quattro anni trascorsi alla University of Oregon, aveva vinto quattro titoli NCAA sulle tre miglia o sui 5000m, e tre titoli NCAA in campestre. Aveva vinto due volte i campionati AAU sulle tre miglia, nel '71 e nel '73, e i 5000m ai Giochi Panamericani nel '71. Aveva infilato una striscia vincente, sulla pista di Hayward Field, di venticinque successi consecutivi, l'ultimo dei quali poche ore prima dell'addio. “ Dicono che mi viene tutto facile. Io dico che tanti potrebbero fare quello che faccio io, ma pochi sanno allenarsi duro come me, sacrificare otto anni di vita, per ora sono otto ma vado avanti, alla corsa non rinuncio. Io corro da quando avevo tredici anni, e ancora non sono stanco. E magari non mi stanco mai...adesso sogno di vincere l'Olimpiade. Quando e se l'avrò vinta, penserò a vincere le gare per veterani. Se c'è un Paradiso per chi corre, io ci arrivo di sicuro”. Sul finire della stagione '74, “Pre” durante un tour europeo ottenne due fantastici primati americani, uno ad Helsinky sui 5000m, finendo secondo dietro a Knut Kvalheim in 13'21”9, e nei 3000m alla Notturna di Milano organizzata all'Arena dalla Pro Patria, dove finì secondo in 7'42”6 “costringendo”, secondo copione, il neozelandese Rod Dixon a stabilire per batterlo, il primato personale del suo paese, 7'41”! Poche ore prima di incontrare il suo tragico destino in una curva su Skyline Boulevard, a Eugene, nel pomeriggio del 29 maggio 1975, Steve Prefontaine corse e vinse il suo ultimo 5000m con una canotta nera con la scritta Norditalia sul petto. Era quella della Pro Patria, la società milanese del mitico Beppe Mastropasqua, guidata tecnicamente da un giovanissimo Giorgio Rondelli. Era il regalo di un gruppo col quale, nei pochi giorni in cui restò in città per il meeting dell'Arena nel luglio del '74, “Pre” legò tantissimo. Sono passati poco più di quarant'anni da quella notte maledetta, ed io con queste poche righe, ho cercato di ricordare il mito di “Pre”, perché la sua energia e la sua forza travolgente seppur lontane nel tempo, meritano di rimanere impresse nella memoria di chi ha avuto il piacere di seguire le sue gesta. Resta la leggenda di un campione sincero che ha inspirato milioni di runner in tutto il mondo, un uomo sempre in corsa, dentro e fuori le piste, e in anticipo sui tempi, un esempio per i giovani, una meteora che non ha mai smesso di illuminarci.

Tratto dalla “Leggenda del Re corridore” di Marco Tarozzi.

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